Zone umide ricostruite


Gli habitat umidi, un tempo molto diffusi e ormai quasi del tutto scomparsi, sono preziosi per la biodiversità: dalla fine del XX secolo si incentiva la ricostruzione di zone umide per favorire la conservazione di specie tipiche di questi habitat. Le zone umide ricostruite sono soluzioni basate sulla natura (NBS - Nature-based solutions) che hanno quindi finalità prevalentemente naturalistiche (re-habitat), ma possono svolgere anche altre funzioni (laminazione idraulica, fitodepurazione, ecc.).

IRIDRA ha progettato zone umide a scopo naturalistico (si veda il caso dello stagno progettato in frangia all’Olona a Rho in approfondimento) e pone sempre molta attenzione agli aspetti naturalistici, anche quando progetta impianti per il trattamento di scarichi: è il caso, ad esempio, dell’impianto di postrattamento di Jesi, oggetto di uno studio sull’avifauna a 3 anni dalla sua realizzazione.

Iridra - zone umide ricostruite
Vantaggi
  • Recupero di zone umide dall'alto valore naturalistico
  • Incremento della biodiversità
  • Possibilità di integrare la ricreazione di zoen umide con altre funzioni (p.es. laminazione idraulica, fitodepurazione)

La zone umide sono habitat di grande importanza per la biodiversità: la loro riduzione è una delle cause dell’accresciuto rischio di estinzione per molte specie animali (uccelli, anfibi, insetti) e vegetali. Le pianure alluvionali erano un tempo coperte di boschi planiziali e ricchissime di zone umide . Le zone umide si formavano quando i corsi d’acqua erano liberi di esondare, creando vere e proprie paludi, e divagare, cambiando frequentemente corso e lasciandosi dietro porzioni di alveo abbandonato che costituivano zone umide ad acque ferme, le cosiddette “lanche”.

In tutta Europa l’agricoltura prima e l’urbanizzazione poi hanno progressivamente eliminato le zone umide; Con la grandi bonifiche realizzate in tutta Italia a partire dal 1.400 sono state prosciugate le grandi zone umide costiere, mentre i fiumi sono stati rettificati e arginati e le lanche prosciugate per far spazio agli usi antropici del territorio. Di conseguenza l’habitat a disposizione delle specie legate alle acque ferme si è drasticamente ridotto e conseguentemente la biodiversità degli ecosistemi di pianura.

L’Unione Europea da decenni è impegnata per la conservazione delle specie e degli habitat (Direttiva habitat 92/43/CEE) e promuove attivamente il restauro e la ricostituzione delle zone umide, sia per scopi esclusivamente naturalistici (ricostituzione di habitat per specie a rischio) sia per obiettivi multipli (rehabitat, laminazione idraulica, fitodepurazione).

Tipologie di zone umide ricostruite

Lo spettro delle tipologie di aree umide (wetlands) è infatti molto ampio; esso comprende le aree umide costruite (constructed wetlands) con finalità di trattamento delle acque reflue civili ed industriali, aree umide di finissaggio degli scarichi depurati, aree umide per il controllo degli sfiori di fognatura, aree umide ricostruite (reconstructed wetlands), aree umide naturali (natural wetlands). La tecnologia impiegata per la loro costruzione, gestione e mantenimento decresce passando dalle aree umide costruite a quelle ricostruite ed a quelle naturali mentre il grado di naturalità (greenness, come l’ha chiamato Hans Brix nella sua relazione al congresso dell’IWA - International Water Association - ‘6th International Conference on Wetland Systems for Water Pollution Control’ a San Paulo in Brasile nell’ottobre 1998) aumenta progressivamente, come illustrato nella seguente tabella riportata in uno studio pubblicato nel 2002 dall’ANPA (ora Ispra, ANPA – Linee guida per la ricostruzione di aree umide per il trattamento di acque superficiali, 2002).

zone umice ricostruite

Le zone umide ricostruite e in generale tutti gli ecosistemi acquatici artificiali finalizzati al rehabitat devono essere progettati con particolare attenzione, in modo da riprodurre le caratteristiche ecologiche ed ambientali tipiche dell’ecosistema che si vuole ricostruire, adottando tutti gli accorgimenti tecnici atti a favorire l'instaurarsi di un ambiente ad elevata biodiversità sia vegetale che faunistica.

Esperienza IRIDRA

IRIDRA ha progettato recentemente una zona umida ricostruita in frangia al fiume Olona a Rho per favorire il ripopolamento delle specie tipiche della zona d’interesse (odonati ed anfibi). In questo caso, la zona umida ricotruita è stata progettata da IRIDRA in modo da limitare al massimo gli specchi liberi a favore di ambienti a canneto, cariceto e scirpeto arricchiti con spiaggette con specie erbacee e arbusti igrofili e un isolotto emerso.

Per favorire un passaggio graduale fra l’ambiente terrestre (ciglio dell’area umida) e quello bagnato (zona centrale) è stata prevista una pendenza dolce delle sponde (inferiore ai 10°): ciò favorisce l’instaurarsi di una successione vegetazionale più completa e conseguentemente una maggiore ricchezza di ambienti per la fauna (per lo più insetti, anfibi ed uccelli) che possono in modo più o meno stabile utilizzare la zona umida per il compimento di alcune fasi del loro ciclo vitale. Nei limiti dello spazio disponibile si è cercato anche di massimizzare il rapporto tra lunghezza delle rive e la superficie della zona umida, aumentando la sinuosità.

Le zone umide naturali vanno incontro a fenomeni di oscillazioni del pelo libero stagionali, in funzione di precipitazioni e evapotraspirazione, che favorisce la creazione di microhabitat differenziati. La zona umida ricostruita è stata quindi progettata in modo da consentire questa naturale oscillazione del pelo libero al di sopra e al di sotto della quota di progetto. La regolazione del livello dell’acqua eviterà una riduzione eccessiva della quota del pelo libero, evitando rischi di essiccazione e eccessiva stagnazione delle acque.

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Planimetria della zona umida ricostruita in frangia al fiume Olona a Rho con aree piantumate con diverse specie, progettata da IRIDRA

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Sezione di progetto della zona umida ricostruita in frangia al fiume Olona a Rho , progettata da IRIDRA

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