Gli impianti di fitodepurazione (CW, Constructed wetland) sono probabilmente dopo i sistemi a fanghi attivi la tecnica di depurazione più diffusa al mondo per il trattamento di scarichi civili come numero di impianti; il loro utilizzo per piccole e medie utenze ha portato alla realizzazione di un gran numero di sistemi soprattutto per case sparse e centri isolati, ma non mancano anche sistemi più grandi per piccoli-medi centri urbani al di sotto di 5000 a.e e anche per capacità maggiori (l’impianto di Orhei in Moldavia può servire fino a 20.000 a.e.). E’ una soluzione ormai da lungo tempo testata a livello internazionale che garantisce, se ben progettata, ottimi livelli depurativi e costanza di rendimento. I CW sono “bioreattori” molto potenti che consentono di bloccare, degradare e trasformare un ampio spettro di inquinanti grazie a complessi processi chimici, fisici e biologici che avvengono naturalmente, senza l’utilizzo di prodotti chimici o necessità di energia.
Grazie al progredire della ricerca, allo studio dei materiali di riempimento e delle piante utilizzate, a nuove tecniche di circolazione forzata dell’ossigeno, le CW si adattano bene anche a molti altri tipi di refluo ed applicazioni: dalle acque di scarico di molte attività agroalimentari (cantine, caseifici, ecc) e zootecniche (allevamenti, digestati dei digestori anaerobici per la produzione energetica) ad alcuni scarichi industriali (ci sono applicazioni di successo per l’industria tessile, fino a percolati di miniera o a percolati di discarica), dalle acque meteoriche di dilavamento inquinate, agli sfiori delle fognature miste, alla riduzione dei nutrienti apportati dall’agricoltura.